giovedì 21 marzo 2013

I RISCHI DELLA PUBBLICITA' PAY PER CLICK

Pubblico un interessante articolo de "La Stampa" on line che spiega bene quali possono essere i rischi di una campagna pubblicitaria pay per click.

Per gli stessi motivi le pubblicità su internet sui nostri siti sono più sicure, non essendo basate su quanti click ma sul tempo in cui un banner appare.


"La botnet che ruba agli inserzionisti pubblicitari


Si chiama Chameleon la rete di pc zombie che simula clic sui banner: generate 9 miliardi di false impression al mese
CLAUDIO LEONARDI
Si tratta di una novità nel variopinto mondo delle frodi online: una botnet, vale a dire una rete di pc infettati da un virus, che simulava i cosiddetti click-through sui banner e sugli annunci pubblicitari, arrivando a rubare milioni di dollari agli inserzionisti. I click-through, infatti, sono l’unità di misura per calcolare il successo di una campagna e, soprattutto, la cifra da corrispondere ai siti che la ospitano. 

La rete di computer “zombie” è stata individuata dalla società specializzata Spider.io e subito battezzata Chameleon (camaleonte), per la sua notevole capacità di mimetizzarsi e di ingannare gli algoritmi per il tracciamento delle attività online adottati dalle aziende. La botnet agiva su un vasto territorio virtuale, costituito da almeno 202 siti web.  

In un post pubblicato sul blog ufficiale , Spider.io ha riferito d’essere sulle tracce di Chameleon già dal dicembre del 2012. Simulando più sessioni del browser con siti web concorrenti, ogni bot è in grado di interagire con gli annunci realizzati in Flash e basati su JavaScript. Fino a oggi, sarebbero stati individuati più di 120.000 pc con sistema Windows infettati, nel 95 per cento dei casi associati a indirizzi IP erogati da provider con sede negli Stati Uniti. Una lista nera di 5.000 indirizzi IP è già stata fatta circolare per permettere agli inserzionisti di iniziare a tutelarsi dalle frodi. 

Il malware adottato è, da un certo punto di vista, molto ben architettato. Riesce infatti a simulare una normale attività umana su una pagina web, generando clic casuali e tracce del puntatore del mouse sull’intera schermata. Operazioni che riuscivano a ingannare i sistemi di rilevamento anti-frode messi in atto dagli inserzionisti. Sarebbe infatti sospetto se su una qualunque pagina internet fossero effettuati migliaia di clic esclusivamente diretti su un banner o su un annuncio pubblicitario testuale. E tuttavia, nel corso del tempo questo tipo di attività ne consente l’individuazione. Il bot, infatti, è reso instabile a causa del carico pesante messo sulla macchina infetta, tanto da indurre frequenti crash del sistema operativo. Un segnale d’allarme che dovrebbe insospettire l’ignaro proprietario di pc.  

Spider.io stima che la botnet sia responsabile di almeno nove miliardi di impression pubblicitarie, che corrispondono al numero di visualizzazioni di un banner sul monitor di un utente, spalmate su 202 siti web, e di almeno sette milioni di impression individuali (riconducibili cioè a un singolo utente) al mese. Se si calcola un costo medio di 69 cent CPM (costo ogni mille), significa che la botnet potrebbe aver provocato circa 6,2 milioni di dollari al mese di perdite pubblicitarie. "

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